giovedì 9 giugno 2011

CLUB BILDERBERG: BORGHEZIO FERMATO DAI "PADRONI DEL MONDO"

“Brutale”.
Con il naso sanguinante l’eurodeputato Mario Borghezio ha definito così il trattamento subito dalla sicurezza della riunione annuale del Gruppo Bilderberg che a Saint Moritz gli ha impedito con violenza di assistere alla riunione.
«Ho intenzione di presentare denuncia» ha spiegato Borghezio prima di essere condotto in caserma dalla polizia svizzera. «Chiedevo solo di assistere» ha continuato, «il trattamento subito mi conferma che questa è una riunione molto importante chiamata a prendere decisioni rilevanti senza alcun controllo popolare. È evidente che il Club Bilderberg è una società segreta».
Lo storico esponente del Carroccio è noto per aver più volte attaccato pubblicamente il Gruppo Bilderberg. Pochi, prima di lui hanno osato sfidare apertamente i poteri forti che si celano all’interno del Club. Tra tutti Alex Jones, Jim Tucker e Daniel Estulin.
Mai nessuno in Italia aveva però puntato il dito contro il Gruppo come ha fatto Borghezio.
Ho avuto modo di collaborare con lui durante la stesura del mio saggio L’altra faccia di Obama. Mentre raccoglievo materiale sul coinvolgimento di Barack Obama e della sua amministrazione con gruppi occulti legati alla Massoneria e alla Commissione Trilaterale, è emerso il ruolo guida che gli esponenti del Gruppo Bilderberg hanno nel dettare l’Agenda economica americana e mondiale. In questo senso è comparso anche il nome di Mario Borghezio come strenuo oppositore della cortina di segretezza che circonda il Gruppo.

Quasi tre anni fa, mentre in tutto il mondo serpeggiava l’Obamamania – Italia compresa sotto la direzione del PD che, non avendo una guida “forte”, sperava che Veltroni si illuminasse della luce riflessa del Senatore americano – la Lega Nord si distinse come voce fuori dal coro grazie alle stilettate di Borghezio. Ovvio che il centrodestra manifestasse perplessità nei confronti di un candidato democratico, ma il Carroccio, per bocca dell’eurodeputato Mario Borghezio, non ha scagliato i consueti strali d’ordinanza contro l’avversario di McCain, ma si è differenziato dal mare di banalità di rito dei colleghi destrorsi con motivazioni documentate e serie.
Borghezio aveva infatti lanciato in tempi non sospetti l’allarme sul candidato democratico, bollandolo come “burattino” di sette segrete e dell’elite finanziaria che ne stava sostenendo la campagna elettorale. Non si deve appartenere a uno schieramento politico per rendersi conto dell’illusione creata a tavolino dalla Casta Americana: con Obama ci è stato offerto di “credere” irrazionalmente in un prodotto di marketing che ci infondeva “speranza” e la sensazione di un “cambiamento” imminente. Questo Messia multietnico, questo outsider della politica si è rivelato l’ennesimo burattino delle lobbies di Wall Street, disattendendo punto per punto il suo programma elettorale.

All’indomani dell’insediamento del neo Presidente a Washington, l’eurodeputato della Lega Nord aveva così commentato: «Vedremo presto se agirà di testa propria o secondo le direttive dei burattinai che lo hanno finanziato». Riferendosi all’«alta finanza che gli ha permesso di spendere più di qualunque altro candidato della storia americana». Non solo: «La favola bella dei finanziamenti miliardari giunti ad Obama esclusivamente attraverso modeste contribuzioni di singoli sostenitori nasconde una realtà meno confessabile: quella di ben più cospicui fondi elargiti da personaggi e gruppi dell’alta finanza come Soros o Pritzker: come mai nessuno, specie in Italia, scriva e documenti alcunché sui finanziamenti palesi ed occulti che hanno permesso al candidato Obama di svolgere la più strabiliante e costosa campagna presidenziale della storia americana».
Dopo aver affossato i giganti dell’economia che si celano dietro al Presidente, Borghezio aveva profetizzato in tempi non sospetti un imminente voltafaccia di Obama, proprio come è avvenuto nella gestione della crisi finanziaria che ha visto la Casa Bianca adottare provvedimenti salva Banche a discapito dei contribuenti: «La magra proposta di Obama di sospendere i pignoramenti a carico dei piccoli proprietari immobiliari per soli tre mesi in attesa di una rinegoziazione degli interessi non deve fare dimenticare l’appoggio pieno dato al piano di salvataggio del Segretario del Tesoro Paulson delle maggiori banche di investimento» aveva tuonato Borghezio. E ancora: «È ovvio che, con simili sponsors alle spalle, è assai poco credibile che Obama possa promuovere una politica di effettiva liberazione del suo Paese dalla morsa della crisi finanziaria causata da personaggi che, come Soros, hanno per orizzonte morale la speculazione sulla pelle dei comuni cittadini».
Le profezie di Borghezio in merito a Obama si sono avverate. Le promesse elettorali sono state disattese punto per punto. Ma uno dei punti su cui aveva insistito, era anche il coinvolgimento dell’allora candidato democratico e di coloro che lo sostenevano con il Gruppo Bilderberg.

Pochi mesi dopo le invettive leghiste, nel 2008, toccò ad Alex Jones rendere pubblica la partecipazione di Obama e di Hillary Clinton alla riunione annuale del Club in West Virginia. Il fatto destò scalpore per la “sparizione” di Obama e della Clinton dai radar di giornalisti e fotografi per un paio di giorni. I media furono addirittura ingannati dall’ufficio stampa di Obama: vennero indotti  a credere che i due stessero salendo in aereo per ritornare ai loro quartieri generali elettorali in Chicago insieme al candidato prescelto, mentre in realtà la carovana di Obama si fiondò nel Nord Virginia, dove quella settimana si teneva la riunione dei Bilderberg. Un espediente a dir poco geniale!
Nessuno sapeva dove fossero finiti e per quale motivo non si potesse conoscere la loro destinazione. Scartata immediatamente l’ipotesi della “fuga d’amore”, Alex Jones, Jim Tucker e Daniel Estulin hanno presto rivelato che il loro allontanamento era da connettere alla riunione del Gruppo Bilderberg. Lo staff di Obama non ha né ammesso, né negato. E si sa, ogni Presidente prima della sua candidatura, deve essere approvato dall’elite finanziaria, proprio come accadde a Clinton e ai Bush, a Carter, a Reagan, ma anche a Tony Blair, a John Major, Francois Mitterand, Romano Prodi, Silvio Berlusconi, etc.

Qualcuno si starà ancora chiedendo chi siano gli appartenenti al Gruppo Bilderberg. Per Bilderberg si intende una specie di club privato composto esclusivamente da Presidenti, Primi Ministri, banchieri internazionali, economisti di punta, editori delle maggiori testate internazionali, all’interno del quale i membri si ritrovano per fare il punto della situazione politica, economica e militare e per discutere delle linee guida dell’Europa e dell’America in particolare. Estulin la definisce per questo «l’organizzazione più segreta al mondo» e in tal senso il brutto allontanamento di un eurodeputato come Borghezio dalla riunione di Saint Moritz ne è l’ennesima riprova.
Sembra infatti che ogni cambiamento di regime politico, ogni riforma che possa avere ripercussioni a livello globale vengano prima discussi e decisi nei meetings assolutamente segreti e blindati del Gruppo. Il luogo dei loro incontri viene deciso e diffuso ai partecipanti soltanto una settimana prima della data e i giornalisti così come i normali cittadini che non compaiono sulla lista degli invitati non possono avvicinarsi agli alberghi di lusso dove questa elite si ritrova. Davanti a una riunione del Gruppo anche un europarlamentare del calibro di Borghezio – al quale normalmente sono aperte tutte le porte - appare come un comune cittadino. E per questo aggredito e messo in stato di fermo dalla polizia in caso di avvicinamento alla sede dell’incontro.
Solo grazie ad alcune fughe di notizie e a giornalisti investigativi del calibro di Jim Tucker e Daniel Estulin – e ora di Borghezio - che non si sono mai arresi neppure davanti alle minacce del servizio di sicurezza del club, sono emerse alcune notizie in merito alle decisioni che il Gruppo si trova a prendere.
La segretezza dei loro incontri è necessaria perché, secondo Estulin, «I membri del Bilderberg gestiscono le banche centrali, così si trovano nella posizione di poter stabilire i tassi di interesse, i livelli di emissione della moneta, il costo del denaro e quello dell’oro, e la quantità di prestiti da erogare a un determinato Paese. Manipolando l’emissione del denaro e gestendo la rete degli affari mondiali, creano per il loro interesse guadagni di diversi miliardi di dollari. Sono guidati solo dalla volontà di accaparrarsi denaro e potere».
Sono loro i “Padroni del Mondo”, come li si definisce tra gli addetti ai lavori.
E, sfortunatamente, loro lo sanno meglio di noi.

1 commento:

  1. ...non so cosa volesse praticamente fare ...ma per la prima volta un leghista ...di quel calibro,non mi e' antipatico.

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