lunedì 4 luglio 2011

TAV: SE IL TRACCIATO PASSA PER UNA LEY LINE. Possibili conseguenze energetiche devastanti per la Valle

di Enrica Perucchietti


Nel 1921 l’archeologo britannico Alfred Watkins individuò dei meridiani e nodi particolari della rete geografica che sprigionerebbero campi di torsione benefici per gli esseri viventi: sono le ley lines, anche conosciute con il nome di linee della prateria.

Prima di lui altri studi erano giunti a conclusioni simili. Nel 1870, presso la British Archeological Association, William Henry Black tenne una conferenza all’interno della quale spiegò che i principali monumenti, naturali e artificiali, sarebbero disposti sul territorio non in maniera casuale, ma in modo da formare un gigantesco reticolo che coprirebbe l’intera Europa. Dodici anni dopo G. H. Piper arrivò alla stessa conclusione. Watkins andò ben oltre, rendendosi conto che questo reticolo di linee lungo le quali vennero costruiti monumenti o edifici di culto nell’antichità, ricalcavano il percorso del sole o della luna durante i solstizi. Ciò lasciava dedurre che le linee avessero non solo una funzione di comunicazione tra luoghi sacri, ma che fossero intimamente legate all’ambito spirituale. Esse potevano costituire una sorta di percorso da compiersi durante delle specifiche cerimonie sacre.

I successori di Watkins, a partire dall’esoterista Dion Fortune, attribuirono alle linee della prateria un valore energetico-magico. Negli anni ’60 la teoria delle ley lines si fuse con la geomanzia, sostenendo la necessità di preservare l’armonia della natura e dei punti sacri lungo i quali sono sorti i luoghi di culto. L’energia di cui queste linee sono conduttrici possono essere positive per la psiche umana, la coltivazione, e la civilizzazione di una comunità, come, all’opposto, dispensatrici di energie altamente negative. In questo senso l’esempio che viene fatto più spesso è il Triangolo delle Bermuda.

Lungo queste linee le popolazioni preistoriche, le antiche civiltà e i costruttori del Medioevo erigevano osservatori, templi, abbazie, infine maestose cattedrali. I siti scelti per opere quali Stonehenge, Chartres, la Sacra di San Michele, il Tempio di Gerusalemme, Giza, etc. avvenivano proprio in base a questi meridiani o nodi di energia. Questi luoghi sono infatti definiti “sacri” ma soprattutto “sentiti” come magici dalle popolazioni che vi si sono avvicendate nel corso di millenni. Non bisogna essere uno sciamano per intuirne il motivo.

Ebbene, forse non tutti sanno che una delle ley lines più importanti e dedicata all’arcangelo Michele, collega la Cornovaglia a Gerusalemme. La cosiddetta “Linea di San Michele” coincide con la Via Langobardorum: parte da Saint Michael’s Mount in Cornovaglia, passa per Moint Saint Michel in Francia, congiunge la Sacra di San Michele in Val di Susa a San Michele di Coli nei pressi di Bobbio arrivando fino a Castel Sant’Angelo nel Gargano. Sembra un disegno incredibile: una linea retta di duemila chilometri che unisce i 5 principali luoghi di culto europeo dedicati all’arcangelo Michele che si prolunga per altri duemila chilometri arrivando fino a Gerusalemme.

Come spiegato dal ricercatore Stefano delle Rose, questa linea energetica, nell’antichità, sotto l’impulso delle apparizioni dell’arcangelo Michele, ha dato vita alla costruzione degli edifici sacri nei punti indicati, diventando via di pellegrinaggio e via di comunicazione storica. Questa linea di congiunzione, come abbiamo anticipato, passa anche per la Val di Susa, dove da anni si sta consumando una vera e propria battaglia – degenerata in guerriglia a causa della militarizzazione del luogo - per impedire la costruzione della linea ad alta capacità Torino-Lione.

Il ricercatore Fausto Carotenuto, già nel 2005, spiegava l’importanza della geografia sacra della Val Susa, definendola “un punto fondamentale degli equilibri energetici europei”, aggiungendo che “un chakra importantissimo è situato all’imbocco della Val Susa da cui si dipartono nodi o canali energetici che vanno a creare un asse importantissimo verso nord-ovest e verso sud-est”.

Carotenuto, quando ancora il vecchio tracciato del TAV sarebbe passato proprio in prossimità del monte Musinè (in dialetto asinello), aveva messo in guardia la popolazione dal pericolo del “progetto mirante ad alterare antichi equilibri per renderli inutilizzabili a fini positivi: scavare una enorme galleria nelle viscere della montagna sacra, per sconvolgere il chakra [centro o vortice vitale] del Musinè, portando alla luce forze oscure e potenti dalle profondità della Terra”. Non solo, dunque, per la presenza di amianto e uranio nella Valle, ormai accertati da studi geologici che sono stati deliberatamente ignorati.

Attorno alla montagna del Musinè – considerata una vera e propria “antenna” dimensionale - sono sorte a partire dall’antichità numerose leggende che in tempi moderni hanno acquisito carattere “ufologico”, per i numerosi avvistamenti di globi luminosi e UFO nel luogo.

Una leggenda narra che nelle viscere della montagna sia sepolto un drago. Il simbolismo del drago, come guardiano sovrannaturale delle potenti energie sotterranee o che dorme sepolto nelle profondità della terra, evoca le forze telluriche primigenie oscure che Michele Arcangelo o San Giorgio avrebbero annientato. L’allegoria è evidente: il drago che infesta o dorme nelle viscere della terra rappresenta una forza “interiore”, sotterranea, appunto, che se conquistata e diretta rende possibile la purificazione del luogo – nel processo alchemico allude alla catabasi e alla purificazione dell’adepto dai suoi istinti primigeni, animali – spingendo appunto indietro gli istinti selvaggi che ci legano alla materia. In questo senso il drago rappresenta l’avversario, un concetto collegabile nel cristianesimo al diavolo. Proprio per questo nell’iconografia degli edifici costruiti lungo la retta dedicata a San Michele ritroviamo innumerevoli raffigurazioni dell’Arcangelo che schiaccia il drago inteso come incarnazione del demonio. Per gli alchimisti uccidere il drago rappresentava l’operazione del Solve, della soluzione della Grande Opera.

L’evidente simbolismo alchemico suggerisce che ci siano delle potenze oscure che non dovrebbero essere risvegliate. Nell’antichità, infatti, le forze che si trovano lungo le ley lines venivano chiamate anche le forze del drago, intendendo che esse erano oscure, “selvagge”. Che, come il drago che secondo la leggenda dorme sotto il Musinè, non dovrebbero essere risvegliate. A questo servivano gli edifici costruiti lungo il tragitto delle ley lines: a tenere a bada queste forze, canalizzandole.

Il Musinè, secondo le leggende del luogo, come spiega Carotenuto, “è un luogo dalle energie fortissime, uno dei principali in Europa. Le forze spirituali del drago hanno conformato un sottosuolo pieno di energie enormi, selvagge, che si manifestano in conformazioni rocciose insolite e piene di materiali forti, nocivi se liberati”. Da anni si parla, infatti, dell’amianto e dell’uranio contenuti nel sottosuolo e che verrebbero liberati in caso di trivellazioni.

Le recenti guerre, distruzioni, terremoti – L’Aquila sorge proprio su una potentissima ley lines – aggressioni farmacologiche e alimentari, attività di terrorismo, scie chimiche – l’alluminio disperso nell’aria sembra essere un elemento distruttivo per queste linee di forza – avvengono lungo i cosiddetti luoghi sacri. Lungo questi canali sono sorti nell’antichità dolmen, menhir, cerchi di pietra, templi, cattedrali, piramidi, in modo da permettere un contatto tra l’uomo e le dimensioni spirituali. E’ possibile dunque che le forze oscure stiano manipolando il potere politico, economico, per distruggere questi luoghi energetici e per ostacolare l’evoluzione spirituale dell’uomo spegnendo luoghi di iniziazione e di culto?

In questo senso scavare una galleria nelle viscere della montagna lungo una delle linee energetiche più forti al mondo significherebbe alterare e sconvolgere gli equilibri energetici del luogo.

Un tentativo di sferrare un colpo al cuore della geografia sacra europea.

Anche per questo i valligiani si oppongono.

Non solo per l’inutilità dell’opera, i miliardi a nostro carico che verranno inutilmente spesi, il rischio per la salute pubblica. C’è una motivazione più antica e sacra a questa ribellione che chi abita queste terre conosce o almeno intuisce.

Ognuno è libero di ridere di ciò. Di opporvisi. Di non crederci.

Oppure di comprendere umilmente che le energie che stiamo per risvegliare potrebbero comportare un danno enorme per tutti noi.

3 commenti:

  1. preso l'articolo e condiviso su FB. grazie per il lavoro che stai facendo Enrica. Quello che hai scritto lo avevo letto anch'io su diversi libri e a giro sul web; sei riuscita a fornire un breve compendio sull'idea delle Ley lines e sul problema della Val di Susa, nonché sulle origini energetiche, alchemiche, esoteriche della nostra "sacralità". e' importante conservare la fisicità e l'i canali energetici ella Terra prima che cambino del tutto tra poco. Dobbiamo risvegliarci e capire l'importanza della nostra evoluzione.

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  2. Grazie dell'articolo, Enrica. Ho avuto la fortuna di visitare sia il Musiné che la Sacra pochi giorni fa e l'energia che si percepisce lì è davvero sconvolgente... Anche se a distanza, sostengo la vostra lotta contro la Tav... E' incredibile come la cupidigia dell'uomo moderno provi a mettere le mani su energie così ataviche e potenti... Povero, piccolo uomo incosciente... Secondo me San Michele veglierà su di voi, non temete...Un abbraccio dalla Toscana.

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  3. Ciao Enrica,
    ti ringrazio per la condivisione.
    Ci tengo a portare anche il mio punto di vista che potrebbe sembrare in antitesi con il tuo ragionamento ma che in realtà è un'arricchimento della visione.
    Il mio presupposto è che siamo troppo piccoli per poter comprendere in maniera profonda quelle forze legate al macro-sistema Gaia. Ritengo che il senso di pericolo derivi proprio da questa nostra difficoltà di "vedere" le situazioni da altre prospettive. Tutto ciò che è manifesto contiene una parte oscura, invisibile ma non per questo negativa o pericolosa. Quando si studia medicina cinese (e il paragone con le ley lines non è casuale) la prima "legge" che si studia è quella dello Yang e dello Yin. Non esiste nulla di separato. Il nero contiene sempre una goccia di bianco e viceversa.
    I Bramini mi hanno insegnato che abbiamo due occhi, ma la vista è una sola.
    La positività o negatività delle cose è relativa alla condizione dell'osservatore.
    Ad un neonato non si può dare da mangiare una bistecca, il suo stomaco non è ancora in grado di digerire (azione "alchemica" che nessuno insegna allo stomaco), ma non per questo si può dire che la bistecca sia negativa. Crescendo e sviluppando tutte le sue innate qualità riuscirà a godersi una grigliata in compagnia (o parmigiana se vegetariano..).
    Lavorando con le energie sottili, mi sono abituato a tener conto della relatività del bene e del male a seconda della mia capacità di "digerire" (sostenere, affrontare) le situazioni.
    Ritengo che la lotta dei valligiani sia un incredibile esempio di consapevolezza dell'esistenza di un filo che unisce l'uomo al territorio, un'occasione d'oro per poter percepire la geografia sacra dei luoghi connessa a quella dell'anima.
    Questo è un aspetto positivo, creato da quella scellerata decisione di violentare una valle sacra, nel senso di potente, viva, vibrante, capace di far crescere lo stato di attenzione (detto alla Castaneda..), indispensabile per l'evoluzione dell'essere umano.
    Ben vengano le situazioni di disagio nella vita, perchè in quei momenti ognuno di noi ha la possibilità di connettersi al proprio potere personale e al potenziale di crescita spirituale collettiva.
    Un abbraccio,
    Sandro Pravisani

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